Esercizi facili per la mano destra

Visto l’interesse suscitato dall’articolo sulle scale semplici, proseguo su questo filone condividendo alcune schede di esercizi per la mano destra: una sui suoni simultanei e una con diversi arpeggi a corde vuote.
Vi lascio qui entrambi i file, liberamente disponibili per il download:

Passo ora a raccontare come sono nate queste schede, perché ho sentito l’esigenza di realizzarle e come sono strutturate.

Come ho spiegato nell’articolo sulle scale, con gli allievi di II strumento utilizzo come testo di riferimento il metodo di Giuffredi, A scuola con la chitarra e in linea di massima mi trovo bene. Nella maggior parte dei casi utilizzo gli esercizi proposti senza inserire varianti particolari, ma per alcuni argomenti mi sono trovato a indicare varie modalità di esecuzione aggiuntive per rendere l’esercizio più completo. Qualche settimana fa ho deciso di raccogliere in queste schede tutti questi spunti che di solito segno a matita sul libro degli allievi, in modo da mettere nero su bianco quelle che sono le mie proposte ed evitare di dare allo studente un esercizio scritto sinteticamente con appuntate a fianco una o più varianti. 

Alcune premesse prima di addentrarci nel vivo del discorso.

  1. Questi esercizi fanno parte di un approccio (lo stesso del metodo di Giuffredi) che prevede esercizi di tecnica per sviluppare delle prassi fondamentali per il nostro strumento, anche se nell’immediato non c’è associato un brano a cui applicarle. Ovviamente bisogna fissare un confine fra la varietà dell’esercizio e l’utilità effettiva: ad esempio, gli arpeggi di Abloniz o di Carlevaro sono interessantissimi perché sviscerano moltissime combinazioni per la mano destra, ma proporli agli allievi nel primo periodo di studio sarebbe estremamente dispersivo poiché preparano ad un livello decisamente molto più alto di quello richiesto per i brani che si imparano nel primo periodo.
    Quella che è riportata in queste schede è la mia personale ipotesi di equilibrio fra varietà e utilità degli esercizi: non la considero una verità universale e non escludo di ripensare il tutto fra qualche mese o qualche anno.
  2. Come per le scale, anche questi esercizi (per quanto elementari) non sono pensati per la prima lezione di chitarra: possono essere quindi usati per integrare o sostituire parti di un libro o un metodo, oppure se li si vuole utilizzare autonomamente devono essere preceduti da altri esercizi più semplici che permettano un’introduzione più graduale alla chitarra. Per adesso non ho preparato delle schede mie per questa fase iniziale perché sono soddisfatto dal materiale presente nel libro che di solito utilizzo.
  3. Consiglio caldamente di utilizzare il metronomo per eseguire tutti gli esercizi, mantenendo il più possibile la stessa pulsazione per tutti gli arpeggi, evitando di aumentare la velocità nelle formule più facili e rimanere più lenti in alcuni arpeggi con diteggiature meno comode. Si dovrebbe invece consolidare ad una certa velocità tutti gli arpeggi oggetto di studio e solo in seguito aumentare il tempo sul metronomo in modo omogeneo per tutti gli esercizi.

La prima scheda, quella sui suoni simultanei, è un po’ un’anomalia rispetto alle altre perché non contiene nulla di sostanzialmente differente da pag. 6 del metodo di Giuffredi, ci sono solo delle piccole differenze ritmiche; non darò quindi questi esercizi agli allievi che hanno questo libro perché sarebbe assolutamente superfluo. 

Ho comunque preparato la scheda perché questi esercizi mi sono utili come introduzione a quelli successivi: con alcuni allievi uso altri libri o materiali (ad esempio La chitarra volante di V. N. Paradiso) e non mi piaceva l’idea di dare prima una fotocopia del Giuffredi e a seguire materiale mio. Ne ho approfittato quindi per introdurre qualche piccolo elemento ritmico per aggiungere un po’ di varietà e rendere questi esercizi leggermente più completi.

Questi esercizi servono semplicemente per allenare la mano ad eseguire le varie forme di bicordi, per passare in seguito ad accordi di tre suoni e arrivare a quelli di quattro.
A discrezione dell’insegnante si può valutare di concludere tutti gli esercizi sugli accordi e poi passare in seguito a quelli sugli arpeggi (contenuti nell’altra scheda) oppure di introdurre i primi arpeggi a tre dita parallelamente agli accordi di tre suoni (Scheda 1, es. 8 – Scheda 2, es. 1-2; Scheda 1, es. 9 – Scheda 2, es. 3-4; ecc.).


Il materiale nel secondo file, quello sugli arpeggi, è invece quello che si discosta sensibilmente dal metodo di Giuffredi.
Attenzione, non si tratta di nulla di rivoluzionario: ho semplicemente elaborato una serie di esercizi per apprendere le formule fondamentali di arpeggio per la mano destra. La “novità” di questi esercizi consiste semplicemente nel carattere molto progressivo che permette di essere guidati da esecuzioni più basilari a formule leggermente più varie e complesse, rimanendo sempre nell’ambito di queste formule fondamentali applicate alle corde vuote. 

I primi esercizi propongono semplicemente gli arpeggi a tre dita, con il basso fisso sulla corda 4: la ripetizione della stessa formula (in questo caso per quattro volte) è fondamentale per “impratichirsi” e acquisire correttamente i movimenti necessari.

È possibile cliccare sulle immagini sottostanti per ingrandirle e visualizzarle più agevolmente.

Gli esercizi successivi presentano nuovamente gli arpeggi a tre dita, questa volta però nel tempo di 4/4 con la ripetizione di un dito. In questo caso ho scelto una notazione sintetica indicando semplicemente la prima battuta, ma gli esercizi dovrebbero essere eseguiti analogamente ai precedenti.
Queste formule di arpeggio in alcuni metodi vengono proposte come un esercizio nuovo, ma mi sembra di aver notato che gli allievi si confondano di meno se li affrontano come una variante degli arpeggi n. 1-6.

Dopo aver appreso tutti questi esercizi, le dita hanno già raggiunto una certa dimestichezza e si può arrivare agli arpeggi su quattro corde che concludono questa prima parte. Anche in questo caso è prevista un variante che propone “l’andata e ritorno” dell’arpeggio, questa volta in una battuta di 6/4.

Con i primi 8 esercizi (16 contando le versioni alternative in 4/4 e 6/4) abbiamo affrontato tutte le formule di arpeggio che verranno proposte in questa scheda: tutti gli esercizi seguenti sono semplicemente delle varianti degli arpeggi già imparati.
Gli esercizi della prima parte (pag. 1) si dovrebbero studiare e ripassare fino a quando non si avranno imparato gli esercizi della seconda (pag. 2-3): a quel punto sarà superfluo continuare a ripassare gli arpeggi iniziali che verranno quindi sostituiti da questi nuovi esercizi, analoghi ma più complessi. In questo modo si aumenterà progressivamente la complessità degli arpeggi affrontati ma senza appesantire il carico di esercizi da studiare/ripassare.

Tutti gli esercizi verranno scritti in 3/4 o 4/4, con l’indicazione però di eseguirli anche nelle varianti in 4/4 e 6/4: il consiglio è di ripetere un esercizio nella versione alternativa subito dopo averlo suonato.

In questa seconda parte per ognuno degli es. 1-8 sono presenti due nuove formule di arpeggio.
Gli esercizi A mantengono le dita superiori sulle stesse corde degli esercizi iniziali, ma allenano il pollice a spostarsi sulle corde più basse.

Gli esercizi B invece mantengono la stessa distanza fra le dita, ma allenano la mano a procedere su tutte le corde, da quelle più basse alle più acute (e ritorno).

A discrezione dell’insegnante si può procedere prima con tutti gli esercizi A e poi in seguito completare con gli esercizi B (che richiedono una maggiore agilità a tutta la mano, non solo al pollice), oppure si può seguire l’ordine della scheda, consolidando tutti gli esercizi che utilizzano la stessa diteggiatura prima di procedere ai successivi.

Per la terza parte (pag. 4) vale lo stesso ragionamento fatto in precedenza: questi esercizi sono pensati per sostituire con un unico esercizio, più complesso ma più sintetico, gli arpeggi della seconda parte. In questi esercizi infatti le dita sono impegnate su tutte le corde, con diteggiature che abituano la mano a differenti aperture fra il pollice e le dita superiori.

Come i precedenti, questi arpeggi vanno eseguiti anche nella versione a quartina per gli esercizi su tre corde e a sestina per quelli a quattro suoni.


Perché quattro pagine se gli stessi arpeggi si potevano scrivere fondamentalmente in poche righe? Perché finora ho utilizzato un libro che proponeva una notazione molto stringata di questi esercizi e poi segnavo a matita “con espansione”, spiegando a voce agli allievi cosa intendessi. Risultato: non tutti si ricordavano correttamente come dovevano eseguire l’arpeggio e tutto il processo rimaneva dispersivo e poco chiaro. 
In questo modo invece ho impiegato un po’ di tempo per preparare le schede, ma da adesso in avanti mi sarà sufficiente stampare le schede o inviarle via email ai ragazzi e poi potrò procedere ad affrontare i vari esercizi senza dovermi preoccupare di spiegare più volte le modalità esecutive, concentrandomi unicamente sulla postura della mano, delle dita e questioni simili. 

Un’ultima considerazione riguarda il tocco: ovviamente gli arpeggi vanno eseguiti in tocco libero, ma tutti questi esercizi possono anche essere eseguiti con il tocco appoggiato del pollice. 
Personalmente non introduco il tocco appoggiato immediatamente, ma questi esercizi potranno essere utili anche in un secondo momento, quando ormai l’arpeggio in sé non costituirà più una difficoltà ma ci sarà da imparare a gestire il tocco del pollice. Di solito quindi torno sopra questi esercizi a distanza di qualche mese, ricominciandoli da capo ma con la novità del tocco appoggiato del pollice. 
Questo aspetto comunque è a discrezione dell’insegnante e dipende dall’approccio che si utilizza di solito. 

Con questo, concludo questo secondo articolo del blog. Fatemi sapere con un commento cosa ne pensate di tutto questo, scaricate le schede ed utilizzatele se pensate che possano esservi utili e se avete degli spunti di miglioramento o delle critiche di qualsiasi tipo sarò curioso di leggere i vostri contributi. 

Buona musica a tutti e al prossimo post!


Lascia un commento